Nei giorni scorsi, si sono tenute le elezioni per il rinnovo del Comitato zonale Nurra, dopo circa dieci anni!
Ho partecipato con entusiasmo dapprima esponendomi in prima persona con la mia candidatura che, per i motivi pubblicamente esposti ho preferito ritirare, poi come semplice elettore, recandomi puntualmente alle urne e trascinando con me il maggior numero di persone possibile.
Nei giorni immediatamente precedenti mi è capitato di poter interloquire con varie persone, tra cui qualche candidato, i quali mi hanno caldamente invitato a partecipare a questa tornata elettorale, coinvolgendo quanta più gente possibile, perché costituiva una grandissima opportunità di cambiamento.
In effetti ciò che ha animato il mio entusiasmo è stato proprio il desiderio di poter dare, con questo nuovo giro una certa speranza a questo martoriato territorio.
Va detto, per amore di verità, che il contestato gruppo uscente, i cui componenti hanno retto le sorti di questo comitato per circa un trentennio, si sono generosamente fatti da parte per lasciare spazio ai giovani, allo scopo di dare nuova linfa ed energia ad un gruppo che, costituito, dovrebbe guidare il territorio verso una auspicata riscossa.
Soltanto due di loro hanno deciso di perseverare nella loro opera di volontariato verso il territorio. Sono Sergio Melis e Giovannino Cocco.
Le elezioni, straordinariamente partecipate rispetto al passato, si sono concluse e lo spoglio delle schede ha visto nascere un nuovo consiglio prevalentemente costituito da giovani.
A breve si deciderà la nomina del Presidente e delle altre cariche sociali, tuttavia resta dentro di me non ancora risposto un importante interrogativo che credo si saranno posti in molti!
La maggior parte o forse tutti tra i candidati hanno condotto la loro “campagna elettorale” senza esporre, in realtà, nessun programma, ma, al contrario, hanno semplicemente ricercato i loro voti tra la gente, facendo leva sulle amicizie, i rapporti ed il grado di parentela, senza dover quindi faticare troppo per spiegare quali sono i propositi, quali gli obbiettivi, che li hanno spinti a candidarsi…
Soprattutto in molti, come me, si staranno adesso chiedendo… ma come vedono costoro la gestione del Comitato zonale Nurra? Che cosa intendono farne? Chi dovrebbe rappresentare ed in che modo?
Do io la risposta e credo che sia quella che si attenderebbe il cittadino medio dell’agro!
Siamo andati a votare affinché si rigeneri un organo come il Comitato zonale Nurra il quale per trent’anni, piaccia o no, ha condotto una battaglia silenziosa per la tutela del territorio.
In ogni caso ciò che è stato fatto o non fatto è cosa che appartiene al passato, mentre nel presente riponiamo la massima fiducia in questo nuovo consiglio, affinché i suoi componenti abbiano la saggezza di saper mettere da parte i campanilismi, la gelosia e soprattutto il timore di essere lasciati sempre per ultimi nelle decisioni!
Il “Comitato Nurra Rinnovato” dovrà essere l’unico organo a rappresentare le borgate con le istituzioni che potranno confrontarsi e discutere dei fatti del nostro territorio solo con il Comitato.
Per troppi anni ci siamo presentati alle forze politiche a capo delle istituzioni, spogli e soprattutto disuniti!
Per troppo tempo è stato delegato a “quelli di fuori” l’arduo compito di gestire e redigere programmi su di noi!
Per decenni il nostro territorio è stato rappresentato non da una propria lista, ma da questo o quel politico affiliato a partiti ed interessi non sempre coincidenti con i nostri.
La nostra disgregazione, soprattutto negli intenti, ha permesso a tutti costoro di venire nell’agro solo per necessità elettorali, banchettando sui nostri voti, facendo poi ritorno in città già dimentichi delle promesse e dei problemi che da sempre ci attanagliano! Tutto questo è accaduto sino ad oggi a causa della nostra inesistente coesione, cosa che era visibile e ben gradita a coloro che tutto avevano a cuore fuorché il bene del nostro territorio!
Per la nostra rinascita dovremo utilizzare un seme che si chiama concordia! Un seme che da noi raramente è attecchito ed anche quando ciò è accaduto il germe di questo seme è stato subito fatto morire dagli interessi personali di pochi e dall’indolenza e dal campanilismo di molti!
Ora vi chiedo, signori consiglieri, membri delle borgate, non sarebbe ora di dare vita ad un organo forte, capace di fare sentire sempre e comunque la propria voce con chi è nella stanza dei bottoni? Non sarà arrivata l’ora di presentarsi al mondo uniti, rappresentati da una sola voce, sia che si fulmini una lampadina all’Arenosu o che accada il terremoto a Santa Maria La Palma?
Un comitato rappresentato nel futuro dai rappresentanti dei comitati di borgata (in alcuni casi ancora da costituire), pienamente così legittimato dal voto popolare. Sino a quel momento, il comitato attuale dovrà traghettare verso quell’obbiettivo il territorio e nel contempo guidarlo compatto nel confronto con le autorità.
Si approssimano delle scadenze importanti che non possono essere affrontate dai comitati di borgata o dai rappresentanti delle stesse da soli, ma da una entità più forte, autorevole, che possa fare sentire la sua voce in maniera anche potente, se il caso lo richiede.
Se non avete il coraggio di fare questo passo da soli, coinvolgete la popolazione affinché, in assemblea, possa esprimersi a tal proposito!
Un territorio grande come il nostro non può avere… quanti? Tre, quattro comitati che in maniera scoordinata vanno a presentarsi davanti ad un sindaco o ad un assessore… sarebbe per il politico come affondare un coltello nel burro!!!
Meditate gente, meditate…
Firmato Paolo Usai