Don Antonio Tedeschi, parroco della parrocchia Beata Vergine Stella Maris in Maristella (dal 2007) e Amministratore parrocchiale di Nostra Signora della Guardia in Guardia Grande (dal 2007) ha risposto a qualche domanda posta dal Comitato Rinascita della Bonifica, promotore dell’iniziativa per l’istituzione del nuovo Comune di Porto Conte.
Fanno sapere dal Comitato: “Don Antonio conosce bene la realtà della nostra zona. Entrambe le chiese delle due comunità, Maristella e Guardia Grande, versano, tra l’altro, in condizioni limite. Auspichiamo che, il parere di Don Antonio, possa contribuire ad aprire gli occhi a tutti coloro che non riescono a comprendere i motivi dell’iniziativa per l’istituzione del nuovo Comune di Porto Conte. L’abbandono del territorio e dei suoi abitanti da parte delle istituzioni propende a far pensare che ci sia un disegno da parte di qualcuno per cacciarci dai luoghi dove siamo nati e cresciuti. Uno dei molti esempi è l’impossibilità di poter vivere all’interno della propria comunità perché, dei vincoli assurdi uniti alla latitanza della politica locale, non permettono l’inserimento di nuove aziende agricole e l’edificazione di case per i residenti. I nostri parenti e amici sono così costretti a trasferirsi a decine di chilometri di distanza dal proprio nucleo familiare, spesso a Olmedo o Campanedda. E’ ora di dire basta: lotteremo con tutte le nostre forze per difendere le nostre comunità”.
Di seguito l’intervista a Don Antonio.
Don Antonio, come si sono evolute o involute a suo parere le due borgate in questi ultimi 7 anni?
“A Maristella ho notato più unità, la volontà di collaborare e, con all’arrivo del nuovo prete, un gruppo si è dedicato a rinnovare anche dei locali dismessi, attraverso il comitato di borgata. A Guardia Grande la situazione è un po diversa: c’è un gruppo di fedelissimi ma, l’assenza di momenti di aggregazioni o luoghi di ritrovo, penalizzano la borgata. In entrambe le borgate molti ragazzi sono andati via. Ci si aspetta che i figli restino per contribuire all’economia familiare ma, non potendosi costruire casa, se ne vanno. Ultimamente anche le catechiste di Guardia Grande hanno lasciato, non c’è più l’aggregazione presente un tempo”.
Gli abitanti delle Borgate lamentano l’abbandono da parte del Comune di Alghero, a partire dai servizi essenziali. Reputa queste lamentele fondate?
“Certamente sì. L’abbandono di decenni ha sfiancato comunità prima coese ma che ora sono completamente da ricostruire. I problemi sono molti anche se spesso facilmente risolvibili. A tasse pagate non corrispondono i servizi. Eppure il territorio contribuisce in modo significativo alle casse comunali di Alghero attraverso le sue bellezze naturalistiche. La periferia avrebbe bisogno di un occhio a parte, invece qui arrivano le briciole”.
Visto l’abbandono del territorio da parte della politica di Alghero, da circa un anno è in corso l’iter per l’istituzione del nuovo Comune di Porto Conte. Cosa pensa di quest’iniziativa?
“Era ora di stimolare il comune nel ricordarsi che esiste anche questa parte del territorio. Questa è una azione determinata, definiamolo l’ultimo grido di dolore. Turismo e agricoltura qui potrebbero fiorire tranquillamente. Ci vuole qualcuno che creda seriamente in questa realtà e si metta a capo di un progetto che non tarderà a dare ottimi risultati, visti i presupposti di grande fascino e fecondità della zona”.
Lei risiede a Fertilia. Se fosse stato residente a Maristella o Guardia Grande, avrebbe firmato per l’istituzione del nuovo Comune di Porto Conte?
“Certamente sì”.