Oltre un centinaio le piantine di Anchusa sardoa messe a dimora nei giorni scorsi lungo il litorale di Mugoni. L’operazione di rinforzo della popolazione della piccola specie che cresce unicamente al mondo solo sulla spiaggia della baia delle ninfe è stata compiuta da due scolaresche del liceo scientifico e artistico che hanno preso parte ad un progetto promosso dal Parco di Porto Conte e finanziato dalla Regione Sardegna. All’evento coordinato dai ricercatori dell’Università di Sassari, dipartimento di Scienza della Natura e del territorio hanno preso parte anche i tecnici dell’Ente Foreste della Sardegna che hanno riprodotto nel vicino vivaio di Prigionette la rara Anchusa sardoa.
L’operazione di rinforzo della popolazione della rarissima piantina è stata messa a punto nell’ambito di uno specifico progetto finanziato dalla Regione Sardegna e denominato “Insieme per la biodiversità, diamo una mano di verde a Mugoni” e in aderenza al protocollo d’intesa “Una carta per Mugoni, decalogo di impegni per la salvaguardia della spiaggia e dell’area umida retrostante” che raduna istituzioni e operatori turistici del litorale. L’azione ha coinvolto oltre che le scolaresche seguite dagli operatori del Parco e dell’Università anche il cantiere di Prigionette dell’Ente Foreste della Sardegna che attraverso i propri vivaisti ha provveduto alla raccolta dei semi lo scorso anno e poi ha materialmente riprodotto in fitocella gli oltre cento esemplari della piccola piantina, per molti sconosciuta ma che data la sua rarità potrebbe essere eretta a simbolo della spiaggia di Mugoni. L’operazione di rinforzo di altri esemplari dell’Anchusa dall’anno prossimo sarà un evento ripetitivo proprio per aumentare l’area di distribuzione ed evitare che alcune operazioni poco ortodosse che si svolgono sulla spiaggia rischino di farla scomparire. “Non possiamo assolutamente rischiare di far scomparire questa piccola piantina-spiega il presidente del Parco di Porto Conte Antonio Farris- sarebbe infatti una perdita di biodiversità non solo per la nostra area protetta, ma l’intero patrimonio floristico nazionale ed internazionale. La totalità della popolazione dell’Anchusa sardoa infatti, vive solo a Mugoni in un areale purtroppo in evidente regressione e sul quale stiamo lavorando per costruire un progetto di recupero del complesso sistema umido retrostante e del cordone litorale. Non è facile in quanto sono presenti carichi antropici importanti, ma vogliamo comunque provarci.” E in effetti la salvaguardia di Anchusa sardoa è solo il primo passo di un programma complessivo di interventi che l’Ente Parco di concerto con l’amministrazione comunale sta cercando di pianificare per tentare di mettere ordine su un delicato sistema ambientale qual’è quello della baia di Porto Conte dove però è necessario conciliare le legittime aspirazioni di coloro che operano e traggono il proprio reddito dalle risorse naturali. Vero è che al momento sull’intera area gravitano situazioni complesse che generano un disordine globale e una difficoltà oggettiva a fruire in modo corretto della spiaggia e di tutte le aree naturali circostanti unitamente ai beni storici e archeologici. “Il potenziale che possiede l’area di Mugoni è straordinario- prosegue il presidente Farris- ma allo stato attuale totalmente inespresso e soprattutto dal punto di vista ambientale in totale affanno e degrado. Occorre dunque un azione forte di coordinamento tra gli enti istituzionali preposti e una pianificazione che consenta la massima salvaguardia degli habitat, ma anche la consapevole e corretta fruizione dei luoghi in termini produttivi.