Come ogni giorno, anche stamattina gli agricoltori della Nurra si sono alzati prima dell’alba e hanno acceso i loro poderosi strumenti di lavoro… ma oggi, alcuni di loro, non per andare a lavorare i campi!
Una lunga carovana di giganti buoni ha infatti poco a poco conquistato la città di Alghero, procedendo in maniera ordinata e arrivando alle prime luci del giorno alle porte della citta murata. Con il coordinamento della locale polizia municipale, è stato poi occupato lo spartitraffico del primo tratto della passeggiata Bousquet.
Tra le aziende, c’è la SDR di Stefania Demelas, guidata da due giovanissimi soci, lei 19 e lui 24 anni, provenienti entrambi da famiglie di agricoltori e che hanno scelto di continuare l’attività dei loro genitori; con la loro trincia raccoglitrice per mais e triticale (tipo particolare di grano tenero), di ben di 130 quintali, 3,70 metri di altezza e 5,60 di lunghezza, sono arrivati da La Corte fino alle città per far conoscere a grandi e bambini come si svolge il loro lavoro ogni giorno.
C’è poi l’azienda vitivinicola Calaviola di Guardia Grande, formata da due giovani agricoltori, Donatella e Ivan, che hanno recentemente scelto di modernizzare le attrezzature acquisendo una vendemmiatrice semovente: alta 3,50 metri, larga 3 e lunga 5 metri, lavora non solo per la loro azienda, ma in rete con altre aziende vitivinicole del comprensorio della bonifica storica.
Giovanni Bassu di Bancali, con il suo trattore agricolo con pianale per trasporto rotopresse, ha una ‘azienda propria di 140 ettari per la produzione di cereali, ma lavora anche lui per conto terzi, in rete con altre aziende della Nurra.
Luca Pizzulì, di Arenosu, lavora conto terzi su tutto il territorio della bonifica, con il suo trattore con erpice a dischi; tale strumento, detto anche rompizolle, serve per la preparazione della letto di semina del terreno.
Alfio Baricordi, di Sa Segada, lavora conto terzi con trattore e rotopressa, eseguendo anch’esso lavori in tutta la bonifica.
Presente anche l’azienda agricola Massimiliano Gobbato di Santa Maria La Palma che con i suoi tre mezzi lavora sia in proprio che per conto terzi. Massimiliano, con la sua mietitrebbia per la raccolta di cereali, leguminose e granella secca in generale, poderosa macchina da 113 quintali e i suoi 3,30 metri di larghezza, 4 di altezza 9 di lunghezza, domina su tutti.
Angelo, 26 anni, figlio di Massimiliano, lavora nelľazienda del padre; diplomato all’istituto per geometri, in vista di sbocchi lavorativi assai scarsi, ha deciso di rimanere nell’azienda di famiglia, pur consapevole che il reddito non sempre sarebbe stato sicuro, per aiutare e proseguire sulle orme di suo padre. Con un trattore con carro botte spandiliquami, cosparge il terreno con concime naturale per aumentare le produzioni.
Gesuino Mannoni di Guardia Grande, dipendente delľazienda Gobbato, conduce un trattore con imballatrice per ballette.
Giovanni Nonna di San Giovanni ha la propria azienda da 25 anni a La Crucca. Un’azienda propria e per conto terzi di 220 ettari coltivata a cereali, foraggio per aziende terze, mais per biogas. Il signor Nonna racconta di essere nato sopra le macchine agricole di famiglia e di aver rilevato l’azienda del nonno per scelta, dopo il diploma all’istituto agrario.
E’ doveroso ricordare che il lavoro di agricoltore non segue orari o stagioni a preferenza: questi uomini si alzano al mattino consapevoli del fatto che la loro giornata finirà in orari indefiniti, soprattutto durante i mesi estivi, nei quali il lavoro di ranghinatura e imballatura richiede moltissimo tempo, soprattutto nelle ore notturne. Spesso una giornata troppo ventosa può rovinare un intero campo di grano o una pioggia improvvisa in un medicaio che è già stato ranghinato può mandare in fumo un anno di lavoro. Quando acquistiamo i prodotti che arrivano dalla terra, fermiamoci a riflettere sulla mole di lavoro e sulle risorse fisiche ed economiche che sono state spese per ottenere quel prodotto.
Questi mezzi e questi uomini disegnano il nostro paesaggio agricolo. Sono le matite del nostro panorama. Ecco perché questo spostamento di mezzi in città, voluto e dovuto perchè forse ancora in troppi ignorano quante risorse economiche un agricoltore deve spendere e investire per poter migliorare e incrementare la propria azienda e per proteggere il suo patrimonio mezzi.
Vorremmo chiudere questo articolo con una citazione che dovremmo tenere tutti a mente:
dimenticare come zappare la terra e curare il terreno significa dimenticare se stessi
Mahatma Gandhi